Ciao!

Cos'è NAMI?

La parola NAMI

In cosa consiste la pratica?

Ogni sessione

Il nostro corpo

è fatto dal 70% di acqua..

ricercare la connessione con l'elemento Acqua significa mettersi in contatto con la parte più intima e profonda di sé,

la propria "casa",

luogo di pace e

quiete interiore

a cui poter sempre fare ritorno.

"Il cambiamento avviene attraverso il movimento, ed il movimento guarisce". Joseph Pilates

NAMI nasce nel 2016 inizialmente con l'indicazione "p.m.b." cioè "pilates.movement.beyond ("pilates.movimento.oltre"), indicazione che, a distanza di anni, posso dire che sintetizza e descrive perfettamente quella che è stata la metamorfosi, l'evoluzione spontanea e del tutto naturale del progetto nel tempo.

Nella fase iniziale, la mia idea di Nami era strettamente legata al Pilates ovvero si concentrava esclusivamente sull'elaborazione del principio di fluidità, (uno dei sei principi del Pilates), per creare sequenze dinamiche in cui gli esercizi classici del metodo venivano combinati ed eseguiti in maniera concatenata e consecutiva rendendo il tutto un flusso armonico simile ad una danza.

Dopo tanti anni di danza, il Pilates è stato ed è tuttora la disciplina che meglio mi rispecchia e mi rappresenta per cui non credo sia un caso che sia diventata il mio lavoro, ciò che amo e insegno.

Originariamente infatti, prima di assumere il nome del suo fondatore, il Pilates si chiamava Contrology proprio per indicare il controllo che la mente deve avere sul corpo così da eseguire ogni movimento con assoluta precisione e consapevolezza.

Controllo, concentrazione, precisione, sono principi del Pilates che, insieme al rigore e alla disciplina trasmessami dalla danza, mi appartengono da sempre sia nel lavoro che nella vita, fanno parte del mio modo di essere e in essi mi ci sono riconosciuta.

Se da un lato quindi il Pilates per me ha rappresentato e rappresenta la consapevolezza corporea, il movimento intelligente, la padronanza del proprio corpo e del movimento, dall'altra parte NAMI invece è stata la mia risposta al bisogno di imparare a lasciare e a lasciarsi andare.

In un momento particolare e buio della mia vita, in cui sono stata costretta a fermarmi per mesi a causa di un problema fisico, ricordo di aver pensato che avevo bisogno di un'alternativa al Pilates, qualcosa che fosse diverso da quello che già insegnavo quotidianamente; qualcosa di meno tecnico, meno controllato, più libero ed espressivo. Desideravo una pratica personale che mi permettesse di muovermi sempre, liberamente, anche in periodi difficili come quello che vivevo in quel preciso momento; una pratica da portare con me sempre e ovunque, in qualunque condizione psicofisica, da praticare senza limiti di età e tempo.

Ed è così che questa ricerca di fluidità interiore, nel rapporto con me stessa e con il mio corpo, è finita per coincidere con la ricerca di fluidità anche nel movimento. O viceversa?

Non so bene cosa tra le due per prima abbia determinato l'altra, così come non so ben individuare con esattezza quando sia nato il mio amore per l'acqua sotto tutte le sue forme, so solo che un giorno tutto per me ha acquistato magicamente un senso.

Quando ho acquistato e letto il libro "Blue mind" di Wallace J.Nichols tutto si è collegato, come pezzi di un puzzle che pian piano prendeva forma; la mia attrazione per l'acqua, il principio di fluidità del Pilates, le onde di "Nami", la mindfulness e infine la scoperta della Blue Mind, tutto per me è diventato improvvisamente chiaro e ha dato una nuova luce, una nuova direzione al mio progetto di NAMI definendolo come pratica psicofisica per imparare a fluire con il corpo e con la mente. And that's it.

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